L'angolo della stategia e delle tattiche
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Enigma
Attila
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Carto*Viking
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L'angolo della stategia e delle tattiche
Inauguro questo post dove vorrei mettervi al corrente delle mie letture, dei miei studi e delle mie personali integrazioni sulla tattica militare e sulla stategia militare (che ricordo son due cose completamente diverse).
La bibliografia iniziale di questo topic è la seguente, aggiornata di volta in volta...
Ovviamente se volete (anzi, dovete) potete fare le vostre considerazioni ed integrare quanto scriverò con ciò che volete. Se ciò che scrivete è tratto da libri, manuali ecc... scrivetelo che lo inserirò in bibliografia ^^
BIBLIOGRAFIA DEL TOPIC
"L'arte di combattere le battaglie" Archibald P. Wavell
"La scienza della manovra e dell'organizzazione" Anonimo Bizantino
"L'ancella della strategia" Basil Liddel Hart
"Manuale del Caporale dell'esercito italiano" a cura del Ministero della Difesa
"Le grandi battaglie del medioevo"
Partiamo da uno dei fondamenti della tattica militare: l'Imboscata
L'imboscata è probabilmente il primo piano di battaglia adottato dall'uomo.
L'immagine che vedete qui sopra è tratta dagli affreschi rupestri preistorici di Morella La Vella, la più antica testimonianza di combattimento mai lasciata dal genere umano e ne rappresenta molto probabilmente una.
Tecnicamente, con l'imboscata l'attaccante massimizza l'effetto sorpresa assalendo l'avversario da una posizione nascosta mentre questi è in movimento o temporaneamente fermo: ovvero non è schierato in battaglia, né in condizione di farlo agevolmente.
Caratteristica saliente dell'imboscata è che il luogo è scelto dall'aggressore, mentre il tempo è stabilito dai movimenti del difensore: fattori che influenzano tutta la sua preparazione.
L'organizzazione di un'imboscata comincia con l'assunzione di informazioni sul nemico, in particolare inviduando ovviamente le sue linee di comunicazione, abitudini ed entità delle forze, le precauzioni che usa negli spostamenti e le modalità dei suoi convogli, la possibilità dell'arrivo di rinforzi, l'eventualità che sia capace a sua volta di tendere una trappola.
Sulla base di queste informazioni, l'attaccante individuerà il luogo più adatto per l'imboscata, le cui caratteristiche ideali devono permettere l'attacco da posizione occultata, vie di accesso e di fuga nascoste e ottime capacità di osservare l'arrivo dell'avversario.
A questo punto l'aggressore può determinare l'entità delle forze di cui ha bisogno per effettuare l'imboscata e le dividerà in tre elementi:
1) gli elementi di avvistamento
2) gli elementi di sicurezza
3) gli elementi di attacco
I primi saranno disposti in posizioni con la migliore visibilità possibile lungo le vie di accesso del nemico e ne segnaleranno l'arrivo; il loro compito è anche quello di protezione più esterna di tutto il dispositivo. Si schiereranno per primi.
I secondi sono responsabili di isolare il sito dell'imboscata e di proteggere gli elementi d'attacco da possibili sorprese: effettueranno blocchi stradali, altre imboscate minori, pattuglie esplorative. Si schiereranno per secondi.
Infine l'elemento d'attacco attenderà in una posizione protetta il momento migliore per schierarsi lungo le posizioni predisposte in precedenza per l'attacco, alle quali accederà lungo vie sicure. Saranno gli ultimi a prendere posizione.
Le modalità dell'attacco possono variare a seconda dei casi, ma una tipica imboscata seguirà più o meno queste fasi:
1) Gli avvistatori segnalano l'arrivo della colonna nemica con tutte le informazioni possibili sulla consistenza, i tempi previsti di passaggio per il sito dell'imboscata, ecc.
2) Il comandante, ricevute le informazioni, decide se effettuare o meno l'azione e se del caso muove l'elemento di attacco dall'area di radunata alle posizioni scelte per l'attacco.
3) La prima ad essere attaccata sarà di norma la retroguardia nemica, che si fermerà distanziandosi dal resto della colonna e provocando così un varco nel quale gli avversari potranno infiltrarsi.
4) Coi tempi decisi dal comandante in capo, in genere abbastanza rapidi, segue l'attacco alla colonna principale: anch'essa, fermandosi, si distanzierà dall'avanguardia.
5) Questa sarà l'ultima ad essere attaccata e l'intera forza nemica sarà divisa in tre troconi incapaci di assistersi vicendevolmente.
6) Alla conclusione del combattimento, i primi a lasciare il luogo dello scontro saranno gli elementi di attacco, portando con sé prigionieri, materiali, ecc.
7) Quindi sarà la volta degli elementi di sicurezza e per ultimi degli avvistatori.
L'attacco farà in modo di massimizzare la confusione nel nemico per paralizzarne la capacità di reazione e impedirgli di organizzare una difesa efficace.
In preparazione di un' imboscata particolarmente importante o per effettuare azioni di disturbo, l'aggressore potrà adottare modalità di attacco diverse da quelle descritte, ad esempio iniziando l'assalto al convogli nemici dall'avanguardia: questa azione ripetuta costantemente, provocherà un aumento sproporzionato delle forze destinate all'avanguardia rispetto alle altre componenti.
La bibliografia iniziale di questo topic è la seguente, aggiornata di volta in volta...
Ovviamente se volete (anzi, dovete) potete fare le vostre considerazioni ed integrare quanto scriverò con ciò che volete. Se ciò che scrivete è tratto da libri, manuali ecc... scrivetelo che lo inserirò in bibliografia ^^
BIBLIOGRAFIA DEL TOPIC
"L'arte di combattere le battaglie" Archibald P. Wavell
"La scienza della manovra e dell'organizzazione" Anonimo Bizantino
"L'ancella della strategia" Basil Liddel Hart
"Manuale del Caporale dell'esercito italiano" a cura del Ministero della Difesa
"Le grandi battaglie del medioevo"
Partiamo da uno dei fondamenti della tattica militare: l'Imboscata
L'imboscata è probabilmente il primo piano di battaglia adottato dall'uomo.
L'immagine che vedete qui sopra è tratta dagli affreschi rupestri preistorici di Morella La Vella, la più antica testimonianza di combattimento mai lasciata dal genere umano e ne rappresenta molto probabilmente una.
Tecnicamente, con l'imboscata l'attaccante massimizza l'effetto sorpresa assalendo l'avversario da una posizione nascosta mentre questi è in movimento o temporaneamente fermo: ovvero non è schierato in battaglia, né in condizione di farlo agevolmente.
Caratteristica saliente dell'imboscata è che il luogo è scelto dall'aggressore, mentre il tempo è stabilito dai movimenti del difensore: fattori che influenzano tutta la sua preparazione.
L'organizzazione di un'imboscata comincia con l'assunzione di informazioni sul nemico, in particolare inviduando ovviamente le sue linee di comunicazione, abitudini ed entità delle forze, le precauzioni che usa negli spostamenti e le modalità dei suoi convogli, la possibilità dell'arrivo di rinforzi, l'eventualità che sia capace a sua volta di tendere una trappola.
Sulla base di queste informazioni, l'attaccante individuerà il luogo più adatto per l'imboscata, le cui caratteristiche ideali devono permettere l'attacco da posizione occultata, vie di accesso e di fuga nascoste e ottime capacità di osservare l'arrivo dell'avversario.
A questo punto l'aggressore può determinare l'entità delle forze di cui ha bisogno per effettuare l'imboscata e le dividerà in tre elementi:
1) gli elementi di avvistamento
2) gli elementi di sicurezza
3) gli elementi di attacco
I primi saranno disposti in posizioni con la migliore visibilità possibile lungo le vie di accesso del nemico e ne segnaleranno l'arrivo; il loro compito è anche quello di protezione più esterna di tutto il dispositivo. Si schiereranno per primi.
I secondi sono responsabili di isolare il sito dell'imboscata e di proteggere gli elementi d'attacco da possibili sorprese: effettueranno blocchi stradali, altre imboscate minori, pattuglie esplorative. Si schiereranno per secondi.
Infine l'elemento d'attacco attenderà in una posizione protetta il momento migliore per schierarsi lungo le posizioni predisposte in precedenza per l'attacco, alle quali accederà lungo vie sicure. Saranno gli ultimi a prendere posizione.
Le modalità dell'attacco possono variare a seconda dei casi, ma una tipica imboscata seguirà più o meno queste fasi:
1) Gli avvistatori segnalano l'arrivo della colonna nemica con tutte le informazioni possibili sulla consistenza, i tempi previsti di passaggio per il sito dell'imboscata, ecc.
2) Il comandante, ricevute le informazioni, decide se effettuare o meno l'azione e se del caso muove l'elemento di attacco dall'area di radunata alle posizioni scelte per l'attacco.
3) La prima ad essere attaccata sarà di norma la retroguardia nemica, che si fermerà distanziandosi dal resto della colonna e provocando così un varco nel quale gli avversari potranno infiltrarsi.
4) Coi tempi decisi dal comandante in capo, in genere abbastanza rapidi, segue l'attacco alla colonna principale: anch'essa, fermandosi, si distanzierà dall'avanguardia.
5) Questa sarà l'ultima ad essere attaccata e l'intera forza nemica sarà divisa in tre troconi incapaci di assistersi vicendevolmente.
6) Alla conclusione del combattimento, i primi a lasciare il luogo dello scontro saranno gli elementi di attacco, portando con sé prigionieri, materiali, ecc.
7) Quindi sarà la volta degli elementi di sicurezza e per ultimi degli avvistatori.
L'attacco farà in modo di massimizzare la confusione nel nemico per paralizzarne la capacità di reazione e impedirgli di organizzare una difesa efficace.
In preparazione di un' imboscata particolarmente importante o per effettuare azioni di disturbo, l'aggressore potrà adottare modalità di attacco diverse da quelle descritte, ad esempio iniziando l'assalto al convogli nemici dall'avanguardia: questa azione ripetuta costantemente, provocherà un aumento sproporzionato delle forze destinate all'avanguardia rispetto alle altre componenti.
Ultima modifica di Carto*Viking il Dom Ago 31, 2008 8:06 pm - modificato 1 volta.
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Bravo molto molto interessante. "l'arte della guerra" di Macchiavelli lo hai mai letto? Riamngo in attesa di interessanti aggiornamenti :D
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Grazie ^^
Comunque Dell'arte della guerra no, l'ho scaricato ma non ho ancora trovato il tempo di leggerlo! Di Niccolò ho letto il Principe, altro caposaldo della letteratura di genere. Adesso vado a docciarmi e poi aggiorno ^^
Comunque Dell'arte della guerra no, l'ho scaricato ma non ho ancora trovato il tempo di leggerlo! Di Niccolò ho letto il Principe, altro caposaldo della letteratura di genere. Adesso vado a docciarmi e poi aggiorno ^^
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Eccomi dopo tanto tempo di assenza dal forum, mi scuso con lo staff, l'amministratore e i moderatori per la mia prolungata assenza, chiedendo anche scusa per il mio mancato avviso....scusatemi..
Complimenti per il post e per il Thread sicuramente interessante e ben strutturato, con immagini chiare e facile da apprendere, sarebbe da utilizzare come un manualetto dell'imboscata direi...
Davvero i miei complimenti
Complimenti per il post e per il Thread sicuramente interessante e ben strutturato, con immagini chiare e facile da apprendere, sarebbe da utilizzare come un manualetto dell'imboscata direi...
Davvero i miei complimenti
Enigma- Amministratore Tecnico - Web Master
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Data d'iscrizione : 07.05.08
Dinamiche Demografiche e Strategia: un po' di grafici e un po' di cifre (per i generali da scrivania)
Quando avete tempo fate, come ho fatto io, una visita al sito del World population Prospects: The 2006 Revision Population Database: di tempo ne dovete avere un po', perché di dati ce ne sono veramente molti e gli incroci, i confronti, le riflessioni che ci potete imbastire sopra, ovviamente, ancora di più.
Il sito fornisce i dati sulla popolazione mondiale nell'arco di un secolo (1950-2050), aggregati in vari modi e io ne ho tratto qualche grafico di esempio che potete vedere qui sotto.
Si tratta dell'andamento della suddivisione percentuale della popolazione di Stati Uniti, Cina ed Europa (tutte le nazioni europee tranne la Russia) in tre classi di età: da 0 a 14 anni, da 15 a 59 anni e da 60 anni in su.
Dai movimenti delle tre curve e dalla loro altezza relativa si possono avviare alcuni ragionamenti strategici che riguardano importanti aspetti dello sviluppo umano e sociale di queste aree geografiche: dall'economia, all'educazione, dalla sicurezza sociale all'assistenza sanitaria, al "vigore" militare.
Grafico 1
Grafico 2
Grafico 3
Le conclusioni traetele voi. Io vi dò solo qualche indizio: tanto più alta è la llinea rossa, tanto più i "produttori", la parte più attiva e vitale di un paese, ne sostengono l'economia. Questa quota della popolazione è anche quella dalla quale proviene la sua componente militare.
Quanto più alta è invece la linea gialla e vicina a quella rossa, chiudendo la forbice tra i due valori, tanto più riscontreremo problemi sanitari e di sicurezza sociale, tanto più la società sarà debole ed indifesa.
L'andamento della linea azzurra, invece, ci fornisce indicazioni sul futuro del ricambio sociale, sul possibile andamento delle dinamiche educative e quindi su un futuro ancora più lontano.
Per fare un esempio, si nota osservando il grafico 1, riferita all'Europa (esclusa la Russia), si può notare come, nelle previsioni del compilatore:
a) La popolazione attiva (linea rossa) tenderà a diminuire costantemente (meno forza lavoro, meno forza militare, meno contributi di previdenza sociale e via discorrendo)
b) La popolazione inattiva (linea gialla) supererà la popolazione giovane (linea blu), aumentando proporzionalmente allo scorrere del tempo la forchetta che le separa, diminuinendo al contempo la forchetta che la separa dalla popolazione attiva. Questo significa che ci saranno sempre più anziani, sempre meno lavoratori e soprattutto sempre meno giovani. LE cause di ciò sono sicuramente l'innalzamento spropositato che le aspettative di vita hanno avuto nell'ultimo secolo, ma anche ad un sistema pensionistico fallace sotto il punto di vista della sostenibilità. INoltre, grandi difficoltà economiche (come la recessione di questi anni) porta le coppie a non avere più di un figlio o a non averne fatto (data la difficile situazione economica), così che l'età media continuerà ad alzarsi, con le conseguenze che potete trarre da voi.
c) Nel 2050 secondo le previsioni del compilatore si arriverà ad una situazione per cui il 50% ca della popolazione (quella attiva) avrà sulle spalle il restante 50% ca (inattiva e giovane), il che renderà il sistema europeo destinato ad un collasso molto probabile.
Il resto sta a voi: divertitevi un po' ad esaminare questi grafici o a produrne di altri: ce ne sono di cose da scoprire...
[Un ringraziamento a Nicola Zotti]
Il sito fornisce i dati sulla popolazione mondiale nell'arco di un secolo (1950-2050), aggregati in vari modi e io ne ho tratto qualche grafico di esempio che potete vedere qui sotto.
Si tratta dell'andamento della suddivisione percentuale della popolazione di Stati Uniti, Cina ed Europa (tutte le nazioni europee tranne la Russia) in tre classi di età: da 0 a 14 anni, da 15 a 59 anni e da 60 anni in su.
Dai movimenti delle tre curve e dalla loro altezza relativa si possono avviare alcuni ragionamenti strategici che riguardano importanti aspetti dello sviluppo umano e sociale di queste aree geografiche: dall'economia, all'educazione, dalla sicurezza sociale all'assistenza sanitaria, al "vigore" militare.
Grafico 1
Grafico 2
Grafico 3
Le conclusioni traetele voi. Io vi dò solo qualche indizio: tanto più alta è la llinea rossa, tanto più i "produttori", la parte più attiva e vitale di un paese, ne sostengono l'economia. Questa quota della popolazione è anche quella dalla quale proviene la sua componente militare.
Quanto più alta è invece la linea gialla e vicina a quella rossa, chiudendo la forbice tra i due valori, tanto più riscontreremo problemi sanitari e di sicurezza sociale, tanto più la società sarà debole ed indifesa.
L'andamento della linea azzurra, invece, ci fornisce indicazioni sul futuro del ricambio sociale, sul possibile andamento delle dinamiche educative e quindi su un futuro ancora più lontano.
Per fare un esempio, si nota osservando il grafico 1, riferita all'Europa (esclusa la Russia), si può notare come, nelle previsioni del compilatore:
a) La popolazione attiva (linea rossa) tenderà a diminuire costantemente (meno forza lavoro, meno forza militare, meno contributi di previdenza sociale e via discorrendo)
b) La popolazione inattiva (linea gialla) supererà la popolazione giovane (linea blu), aumentando proporzionalmente allo scorrere del tempo la forchetta che le separa, diminuinendo al contempo la forchetta che la separa dalla popolazione attiva. Questo significa che ci saranno sempre più anziani, sempre meno lavoratori e soprattutto sempre meno giovani. LE cause di ciò sono sicuramente l'innalzamento spropositato che le aspettative di vita hanno avuto nell'ultimo secolo, ma anche ad un sistema pensionistico fallace sotto il punto di vista della sostenibilità. INoltre, grandi difficoltà economiche (come la recessione di questi anni) porta le coppie a non avere più di un figlio o a non averne fatto (data la difficile situazione economica), così che l'età media continuerà ad alzarsi, con le conseguenze che potete trarre da voi.
c) Nel 2050 secondo le previsioni del compilatore si arriverà ad una situazione per cui il 50% ca della popolazione (quella attiva) avrà sulle spalle il restante 50% ca (inattiva e giovane), il che renderà il sistema europeo destinato ad un collasso molto probabile.
Il resto sta a voi: divertitevi un po' ad esaminare questi grafici o a produrne di altri: ce ne sono di cose da scoprire...
[Un ringraziamento a Nicola Zotti]
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Insisto nel farti i complimenti per gli interventi che fai e i post che scrivi Carto*Viking, e mi fa piacere discutere di vari argomenti e leggere opinioni ecc ecc...[quote]
Guardando il grafico ovviamente non si può che condividere con quelle che sono le conclusioni da te citate e guardando la forbice della popolazione attiva con quella gialla della popolazione inattiva e "anziana" si può vedere come probabilmente continuando l'andamendo medio di entrambe, intorno al 2100 vi sarà una ugualglianza della percentuale della popolazione attiva con quella inattiva degli over 60, ovviemante tutto legato al calo demografico, al miglioramento della vita media delle persone e cercando di pensare e valutare anche quello che è il nostro sistema economico (per come si sta evolvendo e per come sta diventando cara la vita) si nota che le famiglie (soprattutto quelle giovani) non sono assolutamente portate, stimolate,e aiutate dalllo stato nella realizzazione di un nucleo famigliare numeroso che sicuramente in futuro porterebe ad una aumento della popolazione attiva...quindi condivido con le tue conclusioni che vedono l'europa come un paese sull'orlo di un collasso nel giro di 1 secolo a mio avviso...
Per quanto riguarda la difesa e il reparto militare, secondo me tutto subirà il ridimensionamento che il sistema porterà, e in caso di richiamo alle armi forzato (caso drastico) ci ritroveremo davanti ad un esercito non pronto e sicuramente poco addestrato, e poco giovane...
Guardando il grafico cinese sembrerebbe che la stessa cosa che succederà all'europa (sempre che gli sviluppi siano quelli) succederà alla cina, nel giro di 50/100 anni dopo, il problema è che l'evoluzione eil progresso economico cinese sta nascendo adesso ed adesso sta esplodendo, e la sola cina conta più di 1.2mld di persone, fattore sicuramente incisivo su quello che sarà comunque lo sviluppo del paese e l'impronta che il paese può lasciare anche sul mondo intero, poi c'è anche da dire che i dati rilevati dalla cina non son precisissimi e sicuramente qualcosa è sfuggito, come in passato, alle statistiche, ai calcoli, e all'analisi di quel paese (come le persone censote fino a poco tempo fa)...per quanto riguarda il fattore difensivo, il solo esercito completo cinese, persone addestrate con servizi militari ecc sfiora quasi quello che è la popolazione totale europea... e non è poco...
Ancora diverso è il discorso per quanto riguarda gli Stati Uniti, dove l'andamento è quasi "regolare", guardando il grafico si nota che anche qui la forbice tende a chiudersi con l'amuento della popolazione over 60, ma la diminuzione della popolazione attiva è molto meno accentuata rispetto agli altri 2 grafici...Questo dovrebbe portare comunque ad un sistema più stabile e più "longevo", anche se comunque sarebbero da analizzare anche grafici che riportano il costo della vita, la natalità e la demografia generale dei paesi e anche l'età pensionabile, dato che si parla di popolazione attiva...(da notare comunque che per ora solo in europa la popolazione "vecchia" ha superato quella "giovane")...
Comunque concordo in pieno con quanto scritto da te.
Per quanto riguarda gli interventi di Jolly e Wally posso dire che concordo, credo che però non si arriverà facilmente ad una guerra di dimensioni "mondiali" se così vogliamo dire... sicuamente i fatti successi e che stanno succedendo tutt'ora (anche quelli in sud ossezia, in primis forse) dimostrano la tensione che comunque c'è tra paesi che sono ufficialmente "amici", ed ho paura che prima di vedere una guerra ad ampia scala vedremo degli intortamenti tra le due potenze incredibili, si potrebbe ritornare per un breve periodo in un clima "freddo"...sicuramente gli eventi non sono dei più confortanti...
Ovviamente tutto quello che ho scritto è quello che penso io e quello che per ora ho ricavato guardando quei grafici...ciauuz
Guardando il grafico ovviamente non si può che condividere con quelle che sono le conclusioni da te citate e guardando la forbice della popolazione attiva con quella gialla della popolazione inattiva e "anziana" si può vedere come probabilmente continuando l'andamendo medio di entrambe, intorno al 2100 vi sarà una ugualglianza della percentuale della popolazione attiva con quella inattiva degli over 60, ovviemante tutto legato al calo demografico, al miglioramento della vita media delle persone e cercando di pensare e valutare anche quello che è il nostro sistema economico (per come si sta evolvendo e per come sta diventando cara la vita) si nota che le famiglie (soprattutto quelle giovani) non sono assolutamente portate, stimolate,e aiutate dalllo stato nella realizzazione di un nucleo famigliare numeroso che sicuramente in futuro porterebe ad una aumento della popolazione attiva...quindi condivido con le tue conclusioni che vedono l'europa come un paese sull'orlo di un collasso nel giro di 1 secolo a mio avviso...
Per quanto riguarda la difesa e il reparto militare, secondo me tutto subirà il ridimensionamento che il sistema porterà, e in caso di richiamo alle armi forzato (caso drastico) ci ritroveremo davanti ad un esercito non pronto e sicuramente poco addestrato, e poco giovane...
Guardando il grafico cinese sembrerebbe che la stessa cosa che succederà all'europa (sempre che gli sviluppi siano quelli) succederà alla cina, nel giro di 50/100 anni dopo, il problema è che l'evoluzione eil progresso economico cinese sta nascendo adesso ed adesso sta esplodendo, e la sola cina conta più di 1.2mld di persone, fattore sicuramente incisivo su quello che sarà comunque lo sviluppo del paese e l'impronta che il paese può lasciare anche sul mondo intero, poi c'è anche da dire che i dati rilevati dalla cina non son precisissimi e sicuramente qualcosa è sfuggito, come in passato, alle statistiche, ai calcoli, e all'analisi di quel paese (come le persone censote fino a poco tempo fa)...per quanto riguarda il fattore difensivo, il solo esercito completo cinese, persone addestrate con servizi militari ecc sfiora quasi quello che è la popolazione totale europea... e non è poco...
Ancora diverso è il discorso per quanto riguarda gli Stati Uniti, dove l'andamento è quasi "regolare", guardando il grafico si nota che anche qui la forbice tende a chiudersi con l'amuento della popolazione over 60, ma la diminuzione della popolazione attiva è molto meno accentuata rispetto agli altri 2 grafici...Questo dovrebbe portare comunque ad un sistema più stabile e più "longevo", anche se comunque sarebbero da analizzare anche grafici che riportano il costo della vita, la natalità e la demografia generale dei paesi e anche l'età pensionabile, dato che si parla di popolazione attiva...(da notare comunque che per ora solo in europa la popolazione "vecchia" ha superato quella "giovane")...
Comunque concordo in pieno con quanto scritto da te.
Per quanto riguarda gli interventi di Jolly e Wally posso dire che concordo, credo che però non si arriverà facilmente ad una guerra di dimensioni "mondiali" se così vogliamo dire... sicuamente i fatti successi e che stanno succedendo tutt'ora (anche quelli in sud ossezia, in primis forse) dimostrano la tensione che comunque c'è tra paesi che sono ufficialmente "amici", ed ho paura che prima di vedere una guerra ad ampia scala vedremo degli intortamenti tra le due potenze incredibili, si potrebbe ritornare per un breve periodo in un clima "freddo"...sicuramente gli eventi non sono dei più confortanti...
Ovviamente tutto quello che ho scritto è quello che penso io e quello che per ora ho ricavato guardando quei grafici...ciauuz
Enigma- Amministratore Tecnico - Web Master
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Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Ho ripulito il trhead e Spostato in Area Adatta .
BASTA OT Ragazzi e sò serio he....
p.s (per quel ot che era uscito "molto interessante" c'e' la sezione second Life per parlarne)
Miky
BASTA OT Ragazzi e sò serio he....
p.s (per quel ot che era uscito "molto interessante" c'e' la sezione second Life per parlarne)
Miky
Tattica Militare: brevi cenni sul doppio aggiramento, con un fulgido esempio storico
Parliamo, per la serie di argomenti tattici, del doppio aggiramento. In cosa consiste questa tattica?
Considerata la massima espressione militare dello stratega Annibale (come vedremo in seguito), questa manovra è attuabile ancora oggi sui cambi di battaglia moderni e anzi è molto indicata nelle partite di Softair in cui ci sia ampio raggio di manovra.
In pratica due ali di un esercito si portano alla spalle o ai fianchi di un avversario accerchiandolo e stringendolo in una morsa da cui difficilmente si esce, perchè, soprattutto con le armi da fuoco, il nemico si trova nel tiro incrociato e deve gestire due fronti, a differenza dei due squadroni che hanno effettuato la manovra che si trovano con un solo fronte di fuoco aperto.
Se la manovra di doppio aggiramento viene effettuata in condizioni di copertura, quindi unendola ad una manovra d'imboscata, risulterà ancora più efficace perchè, soprattutto coordinando il momento di ingaggio tra le due ali, si manderà nel caos più totale la squadra avversaria, che si troverà sotto una pioggia di fuoco e dovrà riorganizzarsi sotto la costante minaccia dei proiettili avversari.
Un esempio storico: Annibale a Canne
Il doppio aggiramento è la manovra utilizzata da Annibale a Canne (216 a.C.) quando accerchiò con le sue cavallerie i manipoli romani di Terenzio Varrone provocando la disastrosa sconfitta dell'esercito romano.
La disposizione delle truppe operata da Annibale prevedeva che i Romani avrebbero tentato di sfondare il centro, tenuto da 19.000 tra Galli ed Iberici, approfittando della schiacciante supremazia numerica (55.000 legionari).
Come Annibale aveva previsto, i Galli presto dovettero soccombere e il centro iniziò a cedere. Ma, nel frattempo, la sconfitta romana si stava consumando sulle ali. Annibale, infatti, aveva disposto le sue truppe di cavalleria in una formazione asimmetrica: un'ala (a sud-est) di cavalleria numida di 3.600 unità con compiti di contenimento; l'altra, a nord-ovest di cavalleria pesante di 6.500 cavalieri con compiti di sfondamento, creando così una netta supremazia numerica e tattica sul fianco ovest, dove tra l'altro la cavalleria romana era pressata tra il fiume e le truppe romane in avanzata.
La cavalleria pesante di Annibale compì tre cariche: con la prima distrusse la cavalleria romana sull'ala ovest, convergendo poi sulla cavalleria alleata sull'ala est e distruggendola; infine, dopo essersi riunita alla cavalleria numida, chiudendo la tenaglia con un attacco alle spalle della massa della fanteria romana.
Contemporaneamente, la fanteria d'elite africana, che si trovava ai due lati estremi dello schieramento di fanteria cartaginese, si trovò quasi senza sforzo nella condizione di operare un cambio di fronte che la portò a chiudere i lati dello schieramento romano completando così l'accerchiamento.
Fu un massacro. Come riferì lo storico Livio "i Cartaginesi si fermarono solo quando furono stanchi di uccidere".
Considerata la massima espressione militare dello stratega Annibale (come vedremo in seguito), questa manovra è attuabile ancora oggi sui cambi di battaglia moderni e anzi è molto indicata nelle partite di Softair in cui ci sia ampio raggio di manovra.
In pratica due ali di un esercito si portano alla spalle o ai fianchi di un avversario accerchiandolo e stringendolo in una morsa da cui difficilmente si esce, perchè, soprattutto con le armi da fuoco, il nemico si trova nel tiro incrociato e deve gestire due fronti, a differenza dei due squadroni che hanno effettuato la manovra che si trovano con un solo fronte di fuoco aperto.
Se la manovra di doppio aggiramento viene effettuata in condizioni di copertura, quindi unendola ad una manovra d'imboscata, risulterà ancora più efficace perchè, soprattutto coordinando il momento di ingaggio tra le due ali, si manderà nel caos più totale la squadra avversaria, che si troverà sotto una pioggia di fuoco e dovrà riorganizzarsi sotto la costante minaccia dei proiettili avversari.
Un esempio storico: Annibale a Canne
Il doppio aggiramento è la manovra utilizzata da Annibale a Canne (216 a.C.) quando accerchiò con le sue cavallerie i manipoli romani di Terenzio Varrone provocando la disastrosa sconfitta dell'esercito romano.
La disposizione delle truppe operata da Annibale prevedeva che i Romani avrebbero tentato di sfondare il centro, tenuto da 19.000 tra Galli ed Iberici, approfittando della schiacciante supremazia numerica (55.000 legionari).
Come Annibale aveva previsto, i Galli presto dovettero soccombere e il centro iniziò a cedere. Ma, nel frattempo, la sconfitta romana si stava consumando sulle ali. Annibale, infatti, aveva disposto le sue truppe di cavalleria in una formazione asimmetrica: un'ala (a sud-est) di cavalleria numida di 3.600 unità con compiti di contenimento; l'altra, a nord-ovest di cavalleria pesante di 6.500 cavalieri con compiti di sfondamento, creando così una netta supremazia numerica e tattica sul fianco ovest, dove tra l'altro la cavalleria romana era pressata tra il fiume e le truppe romane in avanzata.
La cavalleria pesante di Annibale compì tre cariche: con la prima distrusse la cavalleria romana sull'ala ovest, convergendo poi sulla cavalleria alleata sull'ala est e distruggendola; infine, dopo essersi riunita alla cavalleria numida, chiudendo la tenaglia con un attacco alle spalle della massa della fanteria romana.
Contemporaneamente, la fanteria d'elite africana, che si trovava ai due lati estremi dello schieramento di fanteria cartaginese, si trovò quasi senza sforzo nella condizione di operare un cambio di fronte che la portò a chiudere i lati dello schieramento romano completando così l'accerchiamento.
Fu un massacro. Come riferì lo storico Livio "i Cartaginesi si fermarono solo quando furono stanchi di uccidere".
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Bel lavoro ragazzi! Bravo Carto che hai aperto sto topic! Ora me lo leggo con calma
M81- Co-Moderatore
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Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Eh M, sono fissato da ciò che è tattica e strategia, indi,...
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Carto*Viking ha scritto:Eh M, sono fissato da ciò che è tattica e strategia, indi,...
non si era capito sai.....comuqnue grandissimo carto...
Caos- Amministratore
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Un approfondimento: la battaglia di Canne
Visto che adoro la tattica militare antica, e credo possa essere utile anche adesso studiare ciò che fecero i grandi condottieri del passato, sebbene con le adeguate differenze, per la moderna tattica militare, ho deciso di riprendere l'argomento della battaglia di Canne, citato nel precedente articolo ad esempio del Doppio Aggiramento.
Canne è una battaglia eccezionale: senza dubbio il capolavoro di Annibale, la più annibalica tra le sue battaglie.
Il campo di battaglia di Canne, oggi sfigurato da una stazione di servizio, è una pianura delimitata a nord-ovest dal fiume Ofanto e a sud-est da colline, che si sviluppa per una larghezza di poco più 3 di chilometri.
Annibale fu molto abile ad attirare da questa parte del fiume i romani: spostò il campo da Cannae al lato sinistro del fiume per impedire che questi potessero penetrare verso il terreno collinoso più a sud, dove la sua cavalleria si sarebbe trovata a disagio, poi mostrò la sua volontà di combattere: ma nella pianura a destra del fiume.
Con una serie di studiati espedienti spinse il più avventato dei due consoli ad accettare la battaglia: ricordo che il comando militare era responsabilità dell'uno o dell'altro a giorni alterni.
Il console Emilio era un “fabiano” contrario a intraprendere azioni militari troppo aggressive, mentre Varrone era ansioso di confrontarsi con Annibale, confidando nella superiorità dei propri numeri: quasi doppi rispetto a quelli nemici.
Annibale conosceva la volontà di Varrone di dare battaglia, e poteva immaginare la tattica che questi avrebbe scelta: quella di sfondare la linea cartaginese col puro peso dei numeri, come era riuscito ai legionari, seppure troppo tardivamente, alla battaglia della Trebbia. Altre tattiche i romani in quell'epoca non sapevano o non potevano proporre: tanto meno su un terreno apparentemente innocente, ma in realtà spettacolarmente infido, come quello suggerito da Annibale.
Accettando di combattere sul campo scelto da Annibale, i romani si trovarono in uno spazio comunque troppo stretto per schierare tutte le loro forze: otto legioni romane più altrettante alleate, rinforzate portando da 60 a 80 uomini ciascuna centuria di Hastati e Principes.
Con la sottrazione di 10.000 uomini (due legioni) che attaccarono il campo di Annibale, circa 70.000 fanti: 55.000 pesanti e 15.000 leggeri.
Probabilmente si posizionarono su due linee: 4+3 legioni avanti e 4+3 dietro, o forse schierarono i manipoli sempre sulle 10 usuali fila, ma con più ranghi rispetto alla norma.
La larghezza teorica minima di 7 legioni (con gli alleati in seconda fila) è di 650-700 metri: una massa di 700 uomini di larghezza per 76 di profondità. Invece 7 legioni schierate con gli alleati affiancati, i manipoli uno dietro l'altro e lo spazio di mezzo manipolo tra l'uno e l'altro (ovvero 1.400 uomini di fronte e una profondità di 38), riempiono una fronte di oltre 2 Km.
In media, ipotizzando una profondità di almeno 50 uomini e varchi di mezzo manipolo, le 7 legioni (più gli alleati) coprono un chilometro e mezzo circa di fronte.
Tutta questa profondità era eccessiva e dannosa. Impediva ai romani qualsiasi movimento.
La cavalleria occupò come di prammatica le ali: all'ala sinistra la cavalleria romana, a quella destra la cavalleria alleata. Un altro chilometro e mezzo circa è occupato complessivamente dalle cavallerie (da un minimo di 1.350 metri ad un massimo di 1.800).
Per Annibale, viceversa, il campo non era affatto troppo limitato: ai fianchi degli schieramenti di fanteria si aprivano due ampi e comodi corridoi, nei quali la sua cavalleria avrebbe potuto manovrare agilmente.
Inoltre giocavano a suo vantaggio il pendio leggero che avrebbe agevolato le cariche della sua cavalleria e il vento Volturnus che soffiava da sud-est dalle spalle del suo schieramento buttando polvere negli occhi dei romani.
I romani contattano il centro mentre la propria cavalleria viene sconfitta dai cartaginesi
Il centro, a forma di mezzaluna, è occupato dai mercenari galli e dagli iberici, la fanteria d'elite africana è divisa sui due fianchi e ad essa spetterà un compito importante.
La cavalleria è divisa in un'ala forte ed una di contenimento.
Lo schieramento fa tutt'uno col piano di battaglia, è un unico meccanismo finalizzato alla distruzione di un'armata nemica che si è fatta confinare in uno spazio ristretto.
La formazione di fanteria va letta nella sua simmetria, dividendola per un asse centrale: si tratta di un doppio fianco rifiutato rinforzato, ovvero di due diagonali accostate con le estremità "forti": una, quella proiettata verso il nemico, per resistere il più possibile alla sua pressione e dare il tempo materiale alla seconda, quella lontana, di operare l'aggiramento, i cui tempi sono dettati e scanditi dall'azione della cavalleria, che deve sopraffare le ali nemiche per chiudere l'aggiramento.
legionari fanno indietreggiare celti e iberici, ma nel frattempo la battaglia sulle ali è persa: la cavalleria pesante si muove dietro le legioni
La cavalleria pesante compie un'azione non comune nella storia militare: addirittura una tripla carica, dimostrando di essere non solo sotto controllo, ma eccezionalmente misurata nello sforzo.
Innanzitutto sconfigge la cavalleria romana sulla sua ala mentre i romani, attirati dal centro avanzato dallo schieramento cartaginese lo affrontano spingendolo indietro.
Il centro cartaginese sembra prossimo a cedere ma in realtà la trappola sta scattando
Mentre i romani consumano tempo ed energie proseguendo a la propria pressione sui galli e sugli iberici, la cavalleria pesante di Annibale gira dietro lo schieramento romano per andare a distruggere la cavalleria degli alleati di Roma, che i numidi hanno tenuto a bada con le loro schermaglie, sull'ala opposta.
Nel frattempo la fanteria d'elite africana si è portata sul fianco delle legioni romane e, con perfetto sicronismo opera un cambio di fronte per attaccarle.
La trappola è chiusa. La cavalleria assesta il colpo mortale ai romani attaccandoli alle spalle, completando e coronando l'opera già iniziata dalla fanteria.
Ogni elemento dell'esercito ha fonito un contributo essenziale ed irrinunciabile alla riuscita dell'impresa.
Conclusione? mettiamola così: quasi 120.000 litri di sangue romano trasformarono quella pianura in un acquitrino.
[Si ringrzia Nicola Zotti per gli schemi e parte dei testi]
Canne è una battaglia eccezionale: senza dubbio il capolavoro di Annibale, la più annibalica tra le sue battaglie.
Il campo di battaglia di Canne, oggi sfigurato da una stazione di servizio, è una pianura delimitata a nord-ovest dal fiume Ofanto e a sud-est da colline, che si sviluppa per una larghezza di poco più 3 di chilometri.
Annibale fu molto abile ad attirare da questa parte del fiume i romani: spostò il campo da Cannae al lato sinistro del fiume per impedire che questi potessero penetrare verso il terreno collinoso più a sud, dove la sua cavalleria si sarebbe trovata a disagio, poi mostrò la sua volontà di combattere: ma nella pianura a destra del fiume.
Con una serie di studiati espedienti spinse il più avventato dei due consoli ad accettare la battaglia: ricordo che il comando militare era responsabilità dell'uno o dell'altro a giorni alterni.
Il console Emilio era un “fabiano” contrario a intraprendere azioni militari troppo aggressive, mentre Varrone era ansioso di confrontarsi con Annibale, confidando nella superiorità dei propri numeri: quasi doppi rispetto a quelli nemici.
Annibale conosceva la volontà di Varrone di dare battaglia, e poteva immaginare la tattica che questi avrebbe scelta: quella di sfondare la linea cartaginese col puro peso dei numeri, come era riuscito ai legionari, seppure troppo tardivamente, alla battaglia della Trebbia. Altre tattiche i romani in quell'epoca non sapevano o non potevano proporre: tanto meno su un terreno apparentemente innocente, ma in realtà spettacolarmente infido, come quello suggerito da Annibale.
Accettando di combattere sul campo scelto da Annibale, i romani si trovarono in uno spazio comunque troppo stretto per schierare tutte le loro forze: otto legioni romane più altrettante alleate, rinforzate portando da 60 a 80 uomini ciascuna centuria di Hastati e Principes.
Con la sottrazione di 10.000 uomini (due legioni) che attaccarono il campo di Annibale, circa 70.000 fanti: 55.000 pesanti e 15.000 leggeri.
Probabilmente si posizionarono su due linee: 4+3 legioni avanti e 4+3 dietro, o forse schierarono i manipoli sempre sulle 10 usuali fila, ma con più ranghi rispetto alla norma.
La larghezza teorica minima di 7 legioni (con gli alleati in seconda fila) è di 650-700 metri: una massa di 700 uomini di larghezza per 76 di profondità. Invece 7 legioni schierate con gli alleati affiancati, i manipoli uno dietro l'altro e lo spazio di mezzo manipolo tra l'uno e l'altro (ovvero 1.400 uomini di fronte e una profondità di 38), riempiono una fronte di oltre 2 Km.
In media, ipotizzando una profondità di almeno 50 uomini e varchi di mezzo manipolo, le 7 legioni (più gli alleati) coprono un chilometro e mezzo circa di fronte.
Tutta questa profondità era eccessiva e dannosa. Impediva ai romani qualsiasi movimento.
La cavalleria occupò come di prammatica le ali: all'ala sinistra la cavalleria romana, a quella destra la cavalleria alleata. Un altro chilometro e mezzo circa è occupato complessivamente dalle cavallerie (da un minimo di 1.350 metri ad un massimo di 1.800).
Per Annibale, viceversa, il campo non era affatto troppo limitato: ai fianchi degli schieramenti di fanteria si aprivano due ampi e comodi corridoi, nei quali la sua cavalleria avrebbe potuto manovrare agilmente.
Inoltre giocavano a suo vantaggio il pendio leggero che avrebbe agevolato le cariche della sua cavalleria e il vento Volturnus che soffiava da sud-est dalle spalle del suo schieramento buttando polvere negli occhi dei romani.
I romani contattano il centro mentre la propria cavalleria viene sconfitta dai cartaginesi
Il centro, a forma di mezzaluna, è occupato dai mercenari galli e dagli iberici, la fanteria d'elite africana è divisa sui due fianchi e ad essa spetterà un compito importante.
La cavalleria è divisa in un'ala forte ed una di contenimento.
Lo schieramento fa tutt'uno col piano di battaglia, è un unico meccanismo finalizzato alla distruzione di un'armata nemica che si è fatta confinare in uno spazio ristretto.
La formazione di fanteria va letta nella sua simmetria, dividendola per un asse centrale: si tratta di un doppio fianco rifiutato rinforzato, ovvero di due diagonali accostate con le estremità "forti": una, quella proiettata verso il nemico, per resistere il più possibile alla sua pressione e dare il tempo materiale alla seconda, quella lontana, di operare l'aggiramento, i cui tempi sono dettati e scanditi dall'azione della cavalleria, che deve sopraffare le ali nemiche per chiudere l'aggiramento.
legionari fanno indietreggiare celti e iberici, ma nel frattempo la battaglia sulle ali è persa: la cavalleria pesante si muove dietro le legioni
La cavalleria pesante compie un'azione non comune nella storia militare: addirittura una tripla carica, dimostrando di essere non solo sotto controllo, ma eccezionalmente misurata nello sforzo.
Innanzitutto sconfigge la cavalleria romana sulla sua ala mentre i romani, attirati dal centro avanzato dallo schieramento cartaginese lo affrontano spingendolo indietro.
Il centro cartaginese sembra prossimo a cedere ma in realtà la trappola sta scattando
Mentre i romani consumano tempo ed energie proseguendo a la propria pressione sui galli e sugli iberici, la cavalleria pesante di Annibale gira dietro lo schieramento romano per andare a distruggere la cavalleria degli alleati di Roma, che i numidi hanno tenuto a bada con le loro schermaglie, sull'ala opposta.
Nel frattempo la fanteria d'elite africana si è portata sul fianco delle legioni romane e, con perfetto sicronismo opera un cambio di fronte per attaccarle.
La trappola è chiusa. La cavalleria assesta il colpo mortale ai romani attaccandoli alle spalle, completando e coronando l'opera già iniziata dalla fanteria.
Ogni elemento dell'esercito ha fonito un contributo essenziale ed irrinunciabile alla riuscita dell'impresa.
Conclusione? mettiamola così: quasi 120.000 litri di sangue romano trasformarono quella pianura in un acquitrino.
[Si ringrzia Nicola Zotti per gli schemi e parte dei testi]
Ultima modifica di Carto*Viking il Mer Ago 27, 2008 3:57 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : disattivazione smiles)
Tattica: lo sfruttamento del terreno durante lo spostamento
Bene, andiamo ad affrontare una argomento molto interessante per quello che riguarda l'arte tattica di combattimento, ma soprattutto il softair, dove ricopre il ruolo di protagonista. Si può dire che chi padroneggia questo argomento al migliore dei modi, è un softgunner già a buon punto. Sto parlando naturalmente dello sfruttamento del terreno durante lo spostamento, cioè dell'usare il teatro della battaglia a nostro favore, riuscendo a non farci individuare dal nemico. Di seguito, in maniera schematica, ecco le cose da tenere sempre a mente.
DI GIORNO
Dopo aver prescelto l'itinerario o l'appostamento il comportamento sarà in funzione:
-dell'ambiente circostante
-della possibilità di osservazione del nemico (aerea o terrestre)
-della distanza dell'avversario
Per proteggersi dall'osservazione terrestre occorre:
a)Evitare i punti caratteristici;
b)tenersi nella zona d'ombra
c)evitare sfondi uniformi
d)seguire le linee naturali del terreno
e)per osservare: porsi a lato di un riparo e guardare attraverso la copertura e mai al di sopra.
f)evitare le coperture inconsistenti
g)tenersi discosti dall'acqua
L'osservazione e l'offesa aerea, quando sono incombenti sul campo di battaglia sono un vero problema. Per questo occorre:
a)osservare l'immobilità assoluta
b)sfruttare siepi, fossati, strade incassate, alberidi alto fusto ecc.
c)evitare le ombre prodotte
d)non guardare mai il velivolo
DI NOTTE
Condizione imprescindibile del combattimento notturno è il SILENZIO ASSOLUTO.
Per ovviare le varie difficoltà occorre:
a)ridurre la vulnerabilità
b)addestramento specifico all'ascolto
c)evitare posizioni elevate
d)eseguire ricognizioni diurne e studiare preventivamente il percorso
e)mantere formazioni serrate
f)evitare di accendere qualsiasi fuoco
g)controllare l'equipaggiamento
Muovere a sbalzi osservando le norme seguenti:
a)muoversi a sbalzi successivi
b)muoversi possibilmente in zona aperta
c)evitare le linee di cresta
d)tenersi discosti dai corsi d'acqua
e)avanzare in modo diverso a seconda della natura del suolo
f)trarre vantaggio dai rumori, ambientali e no
g)evitare di correre
h)non lamentarsi mai
Durante il raggio di razzi o prodotti illuminanti osservare l'immobilità e non guardare mai la sorgente luminosa.
Il collegamento e il contatto sono di basilare importanza nel movimento di notte.
Evitare di tossire o starnutire.
Reagire e considerare nemica ogni forma umana imprevista, individuata o incontrata.
Ricorrere sempre all'uso della parola d'ordine e contro-parola.
Passaggio di ostacoli passivi
Richiede: l'alleggerimento dell'equipaggiamento, massima agilità ed appropriato addestramento fisico.
Gli ostacoli più comuni sono: muri; muretti; siepi; fossati: staccionate; passaggi stretti; scarpate ripide; groviglio di filo spinato; piccoli corsi d'acqua.
DI GIORNO
Dopo aver prescelto l'itinerario o l'appostamento il comportamento sarà in funzione:
-dell'ambiente circostante
-della possibilità di osservazione del nemico (aerea o terrestre)
-della distanza dell'avversario
Per proteggersi dall'osservazione terrestre occorre:
a)Evitare i punti caratteristici;
b)tenersi nella zona d'ombra
c)evitare sfondi uniformi
d)seguire le linee naturali del terreno
e)per osservare: porsi a lato di un riparo e guardare attraverso la copertura e mai al di sopra.
f)evitare le coperture inconsistenti
g)tenersi discosti dall'acqua
L'osservazione e l'offesa aerea, quando sono incombenti sul campo di battaglia sono un vero problema. Per questo occorre:
a)osservare l'immobilità assoluta
b)sfruttare siepi, fossati, strade incassate, alberidi alto fusto ecc.
c)evitare le ombre prodotte
d)non guardare mai il velivolo
DI NOTTE
Condizione imprescindibile del combattimento notturno è il SILENZIO ASSOLUTO.
Per ovviare le varie difficoltà occorre:
a)ridurre la vulnerabilità
b)addestramento specifico all'ascolto
c)evitare posizioni elevate
d)eseguire ricognizioni diurne e studiare preventivamente il percorso
e)mantere formazioni serrate
f)evitare di accendere qualsiasi fuoco
g)controllare l'equipaggiamento
Muovere a sbalzi osservando le norme seguenti:
a)muoversi a sbalzi successivi
b)muoversi possibilmente in zona aperta
c)evitare le linee di cresta
d)tenersi discosti dai corsi d'acqua
e)avanzare in modo diverso a seconda della natura del suolo
f)trarre vantaggio dai rumori, ambientali e no
g)evitare di correre
h)non lamentarsi mai
Durante il raggio di razzi o prodotti illuminanti osservare l'immobilità e non guardare mai la sorgente luminosa.
Il collegamento e il contatto sono di basilare importanza nel movimento di notte.
Evitare di tossire o starnutire.
Reagire e considerare nemica ogni forma umana imprevista, individuata o incontrata.
Ricorrere sempre all'uso della parola d'ordine e contro-parola.
Passaggio di ostacoli passivi
Richiede: l'alleggerimento dell'equipaggiamento, massima agilità ed appropriato addestramento fisico.
Gli ostacoli più comuni sono: muri; muretti; siepi; fossati: staccionate; passaggi stretti; scarpate ripide; groviglio di filo spinato; piccoli corsi d'acqua.
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
sempre meglio carto, avanti così...
Caos- Amministratore
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Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
ottime riflessioni..in particolare quelle storiche..sono degli ottimi spunti su cui basare un'allenamento di squadra..continua così carto..vai alla grande!
Cuma- Co-Moderatore
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Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Caos ha scritto:sempre meglio carto, avanti così...
Ma scrivi dalla corsica?!?
Ammazza!
Grazie dei complimenti a breve nuovi aggiornamenti ;-)
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
bel topic complimenti... mi è piaciuta la diversificazione degli argomenti..
Gargantua- Co-Moderatore
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Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Gargantua ha scritto:bel topic complimenti... mi è piaciuta la diversificazione degli argomenti..
Grazie ^^ OGgi aggiorno con nuovo materiale
Re: L'angolo della stategia e delle tattiche
Carto*Viking ha scritto:Caos ha scritto:sempre meglio carto, avanti così...
Ma scrivi dalla corsica?!?
Ammazza!
Grazie dei complimenti a breve nuovi aggiornamenti ;-)
si w la wireless....ora però sono a casa...
Caos- Amministratore
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